Curiosità e Imbarazzo | Il Giappone in Solitaria – Ep.2

Oggi tocca Nara, il Parco Nazionale di Nara per l’esattezza! Famoso parco ai piedi del Monte Wakasusa, o forse meglio conosciuta per la grande presenza di cervi che vivono in libertà.

Già solo l’idea mi fa svegliare di buon umore questa mattina, un’altra giornata immersa nella natur… coff coff
non è possibile!

Mi è venuto il mal di gola! Non è un caso. È tipico di me, succede per via dell’aria condizionata, e conoscendomi nei giorni prossimi questo mal di gola si trasformerà in raffreddore e poi in tosse secca! “Aaahh! Dannazione!“…

Tra finzione e realtà

Cerco di non pensarci più di tanto e mi preparo subito l’itinerario per dirigermi a Nara. Scendo e mi dirigo dritto per dritto alla Stazione di Kyoto. Sempre impugnando il JR Pass prendo la Karasuma Line.

In Giappone non esiste solo la JR per le linee ferroviarie, ed è possibile imbattersi in altre linee di altre aziende. Questo risulta essere un problema visto che queste altre linee non sono coperte dal JR Pass. Nel caso di Nara c’è la Kintetsu Limited, più veloce, ma non essendo una linea JR, e quindi da pagare anche se avete il Pass!
In più casi durante il viaggio avrò a che fare con questa situazione, perciò un consiglio spassionato è quello di informarsi a dovere sui mezzi pubblici qualora si ha un un Pass all-inclusive come quello JR.

Dentro il treno, una volta iniziata la tratta ferroviaria non faccio a meno di osservare il bel panorama che il paesaggio circostante ha da offrire. Una paesaggistica ricca di verde con le onnipresenti risaie, specchi d’acqua che rifletto il cielo. La mia mente viaggia lontano.
L’impressione è quella di vivere in un film d’animazione dello Studio Ghibli… Probabilmente esagero! Ma quante volte le immagini, singoli frame, dei film di Hayao Miyazaki e degli altri registi dello studio mi sono sembrate eccessivamente belle dal farmi credere che fossero pura fantasia! Da ricredersi! Più e più volte durante tutto il viaggio alla visione di questi belvedere ho avuto questa sensazione.

Dolcetti per tutti

Arrivato a Nara mi tocca comunque dirigermi al parco a piedi. Passeggiata che in tutta onestà…non mi è dispiaciuta! Infatti nella strada che porta al parco non circolano veicoli, poche le persone che gironzolavano, e perlopiù anch’essi diretti al parco. Ma più importante in questo momento è questo profumo squisito, invitante, delicato, irresistibile e coinvolgente di pasticceria che fuoriusciva da caffetterie e bar della zona. Odori che possono ricordare la colazione tipica italiana con un cornetto e un cappuccino, oppure muffin, crêpes…
Mi ricordo che non ho fatto colazione! Tocca rimediare!

Giunto all’ingresso del parco di Nara, dopo che mi sono rifornito, comincio a vedere dei cartelli che indicano di stare attenti ai cervi, informando che queste dolci bestie possono anche ferirti. Cervi che cominciavo già a vedere al di fuori dei cancelli. Noto da subito che questi animali sono molto calmi, ma è sorprendente vedere quanto siano educati! Se si fa il tipico inchino di ringraziamento loro risponderanno con un’inchino. Davvero adorabili!

Però per catturare la loro attenzione non bisogna essere a mani vuote! Eh no! Bisogna offrirgli qualcosa, nello specifico dei crackers. Crackers che erano prodotti artigianalmente da molti ambulanti presenti nella zona, disponibili all’acquisto per chiunque. È così che queste creature mostrano interesse.
Attenzione però! Qualora dopo aver sfamato qualche cervo, fate in modo di consumarli tutti i crackers! Si, hanno un buon olfatto queste bestie, ve ne potreste trovarvene una da dietro che vorrà infilare il suo muso nelle vostre tasche qualora li aveste ancora. Siete stati avvertiti!

Guardiani e cancelli

Dopo aver speso un po’ di tempo con questi animali faccio un giro del parco. Da subito faccio una visita al Kofuku-ji, diviso in due parti: Kokuhokan e Nan’endo. Sostanzialmente tempi buddhisti, dove nel primo sono riposti beni della cultura buddista di varie epoche, mentre il secondo è dedito alla preghiera. Purtroppo, anche se giustamente, in molti musei come questi non era possibile scattare liberamente foto, salvo qualche dovuta eccezione. Infatti poco più avanti continuando la passeggiata nel parco, c’è il Museo Nazionale di Nara delle sculture Buddhiste. Qui dentro è consentito scattare almeno delle foto alle due sculture più importanti del Museo.

I Guardiani del Cancello del Tempio Kimpusen-ji. Queste due meravigliose e imponenti sculture dei Guardiani Kongo Rikishi (portatori di Fulmine) alte cinque metri ciascuna. Come è intuibile dal nome, queste dovrebbero essere situate ad entrambi i lati del cancello del Tempio Todai-ji. Non mi è ben chiaro se sono repliche oppure sono le originali da restaurare, sta di fatto che a quanto leggo che queste due statue di Nara sono patrimonio culturali UNESCO molto importanti risalenti al XVI Secolo.
È fantastico osservarle, sembrano quasi in movimento, sembrano comunicare tra di loro, e vista la possente muscolatura pare che vogliano trasmettere una grande forza energica.

Terminata la visita al Museo di Nara faccio una pausa pranzo comprando cibo dagli ambulanti presenti in zona.

Dopo aver digerito un minimo mi incammino verso il Tempio Todai-ji per una rapida visita, attraversando prima il cancello imponente e poi visionando il tempio stesso. Entrambe le strutture mi fanno rendere conto , di quanto siano solide! Soprattutto considerando le migliaia di terremoti subiti nel corso dei secoli.
Interessante sapere che la costruzione di queste strutture non implica l’utilizzo di colle, viti, o qualsiasi altro materiali di costruzione moderno, ma tutto è retto dal solo utilizzo delle tecniche tradizionali giapponesi di falegnameria ad incastro.
Sembra folle come cosa, di come queste strutture antiche sembrino superiori a quelle moderne in quanto a durabilità.

Delusione e sorpresa

La visita al Todai-ji non termina qui, mi incammino infatti verso il Nigatsudo, però non prima di affrontare la scalinata che porta lì. Sono quasi un centinaio di scalini… Li ho anche contati! Perlomeno è coperta dal sole e non mi sembra affatto una fatica!
Arrivato sopra non faccio altro che provare a godere del panorama… Non tra i migliori ad essere onesto. Si ha appena una vista ristretta di tutto ciò che circonda Todai-ji e in lontananza una scarsa visione della città di Nara in mezzo al verde della zona circostante.

Ma va bene così! Non si può sempre richiedere stupore. È il momento di scendere e da lì noto che giusto di fronte e poco alla destra a questa scalinata che c’è un sentiero che porta…che portaaah…? Non ci sono indicazioni!
Mi dirigo proprio in quella direzione. Sono sempre i momenti migliori questi non preventivati dall’itinerario, fatemelo dire!

Praticamente desolato e fuori, per qualche motivo, dall’interesse del turismo della zona attorno, questo sentiero con queste tipiche mura mi riporta con la mente indietro nel tempo. Nel periodo del Giappone Feudale. Qualcosa che magari avevo visto prima d’ora solo nei videogiochi, e per me come non citare Sekiro: Shadows Die Twice in questo caso. Sembrava semplicemente di esserci già stato. Che sensazione bizzarra! Davvero mi mancava una katana impugnata per sentirmi al 100% immerso. Scherzo! La katana riposta ovviamente!

Finito con il giro a Nara mi organizzo per rientrare. Dopo arrivato nella mia camera a Kyoto, dopo essermi fatto un bagno, mi preparo per scendere per andare a mangiare qualcosa.
Il problema è che non avevo previsto chissà cosa, e in più al pensare a quanto accaduto il giorno prima decido di non andare lontano e rimanere nella zona. Era la migliore soluzione. Quello che non sapevo ancora è che quella serata sarebbe stata tra le più divertenti che avrei mai vissuto in tutto il viaggio.

Curiosità e imbarazzo

A poco meno di un chilometro dall’alloggio noto sulle mappe questo ristorantino che come specialità promuoveva l’okonomiyaki. Ha delle recensioni con voti molto alti. Impossibile non andare lì!

Giunto al posto, entro… Mi sento subito in imbarazzo…”Sono nel posto giusto?” mi chiedo tra me e me, non vedo nessun straniero… Nel mentre la signorina, molto carina, che era dietro al bancone si precipita a voler prendere e riporre la mia giacca e farmi accomodare. Di fianco a me avevo una coppia di adulti sulla destra e sulla sinistra un signore sopra la cinquantina. Ci sono, straordinariamente, dei tavoli giusto dietro di me per ospitare anche piccole famiglie e c’è la TV accesa su…chissà quale programma giapponese d’intrattenimento.

Tra il mio imbarazzo, oltre ad osservare il menù, butto gli occhi sulla cucina osservando le varie tecniche di cottura stile teppanyaki, ovvero dove la cottura avviene su questa piastra comune, con la quasi totale assenza di padelle. Sono curioso di sapere di più, ma mi manca la chiave! Mi manca conoscere la lingua giapponese per poter comunicare…

Ordino il cibo e prendo una birra per accompagnare.
Dopo aver osservato la preparazione del mio piatto, dopo che mi è stato servito sulla mia piastra teppanyaki, e dopo che ho cominciato a mangiare…capisco che in qualche modo mi sento osservato… Magari sono io che mi fisso su queste cose! Del resto ero l’unico straniero in quel momento e potevo suscitare curiosità di chiunque, tanto quanto io ne ho per la loro cucina in quel momento. Sta di fatto che il ragazzone della coppia che mi era di fianco per qualche si ritrova a rompere una bottiglia vuota di Coca-Cola… Nulla di che, eh! La signora di fianco mi chiede scusa…preoccupandosi se fosse finita qualche scheggia nel mio piatto…
“Aspetta! Mi sta parlando in inglese!”

Ingurish?

Mi sta davvero parlando nel suo inglese, tipicamente imperfetto alla giapponese maniera!
Da questo momento in poi non smette di parlarmi! Credo che la sua voglia di parlare con me sia stata innescata dal fatto che le ho risposto in giapponese al suo scusarsi! Daijoubu!

All’improvviso la visione che avevo attorno a me del locale, a parte il buon cibo, era cambiata. Senza accorgermene ho ordinato un’altra birra. Mi stava piacendo parlare con questa persona, molto curiosa di conoscere! Abbiamo avuto un bel scambio culturale. Al dire alcune delle mie verità ero sorpreso di quanto i vocaboli da lei detti per fare delle esclamazioni sono praticamente identiche a quelle degli anime! “Eeeeehhh! Suuuugooiii”. Questa cosa mi faceva sorridere più del dovuto!

Immaginate questa situazione quanto sia divertente: io italiano, che vivo in Svizzera, insegno del francese tramite l’utilizzo dell’inglese ad una giapponese!
Quanto assurdo mi sembrava questo momento! Infatti una delle prime cose che mi ha chiesto è la mia provenienza. Ed è venuto fuori che il suo ragazzo è stato dalle mie parti in Svizzera, visto che gli piace sciare! Che coincidenza incredibile!

Già al sapere che se si è italiani i giapponesi si illuminano, al sentire che sono un italiano che fa il pizzaiolo sono praticamente impazziti dalla curiosità, anche per chi stava dietro al bancone! L’occasione perfetta per fare i complimenti allo staff!

La persona che era dall’altro lato scopro essere il papà della ragazza che è dietro il bancone; probabilmente anche proprietario. E oltre alla cucina sulla sinistra c’è l’altra parte della famiglia con un piccolo pargolo e la sua mamma.

Immortalato per sempre nei miei ricordi

La serata continua ed faccio un altro ordine, così da trattenermi ancora un po’, finché poi la signora di fianco non mi propone di bere qualche alcolico forte! Tra qualche piccola incomprensione linguistica alla fine cedo e bevo con loro un po’ di shōchū. Un distillato alcolico (25%~) che, come mi spiega lei, si ottiene da orzo, farine, patate dolci o riso.
Addirittura mi fa i complimenti per l’enorme resistenza che sto dimostrando a bere alcolici…anche se sono consapevole che io messo a paragone ad altri occidentali l’alcol non lo reggo. La verità è che i giapponesi, a livelli di enzimi nel loro corpo, non hanno una predisposizione a reggere l’alcol, motivo per cui su ciò si impressionano per poco.

Tocca però poi andare, e chiudere la giornata, non prima di ringraziare chiunque lì dentro avesse contribuito a rendere questa serata assai speciale. Davvero! È stata una esperienza che se potessi vorrei rivivere più spesso da adesso in poi, per tutto il viaggio. Non c’è davvero nulla di meglio che nell’avere la possibilità di poter comunicare per potersi intrattenere in maniera genuina, conoscendo ed apprendendo culture assai distanti.

Si…cena indimenticabile, ma le foto del cibo?
Eh! Giustamente. Vi voglio bene e vi farò soffrire un unica volta con il cibo giapponese, invece che ad ogni singolo articolo. Vogliatemi bene!

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