Pace e Tranquillità | Il Giappone in solitaria – Ep.1

Un viaggio per andare dall’altra parte del mondo richiede il suo tempo, e sa essere sempre straziante!
Potrei farvela breve e dirvi direttamente quant’è durato questo momento, ma credo sia giusto rendervi partecipi anche delle complicanze e delle difficoltà che si affrontano in viaggio. Un contrasto che servirà a delineare l’effettivo inizio delle avventure in Giappone. La prima giornata in Giappone è di assoluta pace e tranquillità, nel quartiere di Arashiyama a Kyoto! Che momento!

Arashiyama, tempio zen Tenryū-ji
Un verde incredibile quello di Arashiyama!

Il Viaggio infinito

Parto da casa di mia madre per prendere il treno da Sion fino ad arrivare a Ginevra Aeroporto – per chi non lo sapesse vivo nella Svizzera Romanda – per poco più di due ore di treno. Seguono poi le classiche azioni di imbarco in aeroporto facendo passare circa tre ore finché io possa decollare e fare scalo ad Abu Dhabi. Sei ore di volo e tre di attesa nell’aeroporto intermediario prima di ripartire per un altro volo di dieci ore. Probabilmente il peggior volo intercontinentale che io abbia mai fatto! Sentendomi costantemente scomodo in qualsiasi posizione, cercando di riposare quel poco che bastava per tirare avanti, ma senza riuscirci.

La complicanza peggiore è quella di sedere di fianco al finestrino. Non sai chi ti trovi di fianco e ti senti meno libero di alzarti anche solo per sgranchirti le gambe o per andare alla Toilette… Nel mio caso, avevo una coppia giapponese di mamma e figlio, dove il pargolo ha dormito per tutto il tempo, rendendo quasi impossibile alzarsi. Che frustrazione!

Se scegliete di viaggiare da soli, potrebbe essere una buona idea spendere qualche soldo in più per avere un posto laterale nella fila centrale in qualsiasi aereo intercontinentale. Qualsiasi altro posto è più scomodo! Con quello laterale nella fila centrale nessuno vi infastidirà e sarete liberi di alzarvi quando volete!

“Fortuna” il volo comunque doveva terminare e una volta atterrato a Tokyo Narita tocca sbrigare tutte le procedure con l’Immigration e il Custom Declarations. Per fortuna questo avviene in maniera rapida rispetto alle scorse volte!

Nei viaggi precedenti a questo per il Giappone, ero solito sbrigare le formalità per l’immigrazione e il dichiaramento doganale con delle carte che vengono tuttora date in aereo da compilare. Probabilmente da quando c’è stato il Covid è stato introdotto un metodo Online per la compilazione di questi dati. Visit Japan Web è il sito nipponico che consente di preparare i dati online ed avere due codici QR pronti da far scansionare una volta atterrati. Accelerando così l’ingresso nel Paese del Sol Levante.

Ritiro quindi il bagaglio da stiva dai rulli sentendolo più pesante di quanto lo ricordassi… E da questo momento posso effettivamente dire che la mia avventura in Giappone ha inizio!

Riti di iniziazione

Mascotte Nintendo nell'aeroporto di Narita

Con l’accogliente Aeroporto di Narita che ha dei muri tappezzati da mascotte Nintendo, mi dirigo verso l’uscita per muovermi verso la stazione ferroviaria sottostante.
Da lì mi appresto a comprare una SIM Card per poter utilizzare Internet nel Paese per un tempo limitato.

La SIM Card è possibile anche pre-ordinarla su Internet prima di partire, ma credo davvero non valga la pena. All’interno di qualsiasi aeroporto, spesso appena di fianco all’uscita, ci sono dei venditori di SIM Card con promozioni che si annullano in 7, 14 o 30 giorni.
Scegliete sempre quello più affollato, solitamente ha il rapporto prezzo-quantità di GB migliore.

Una volta che arrivo ai binari mi appresto a prendere il NEX (Narita Express), ma non prima di aver ritirato il JR Pass che avevo riservato online. Un biglietto che consente di viaggiare sulla vasta rete ferroviaria JR per un tempo limitato, nel mio caso 14 giorni. Un gran bel risparmio di danaro, e anche di tempo! Non sarà infatti necessario andare a fare ogni volta un biglietto.

Suica digitale, Carta IC NFC

Solitamente per un nuovo arrivato si richiede anche la carta IC, una carta NFC prepagabile che consente gli spostamenti in metro e nei bus delle varie città metropolitane del Giappone.
Ma possedendola già dal mio primo viaggio in Giappone nel 2018 non mi metto a farne un’altra… Anzi! Quella che già ho avevo già deciso di digitalizzarla su smartphone qualche giorno prima di partire. Stra-comodo! La si ricarica in fretta con le carte di credito già presenti sul tuo smartphone in qualsiasi momento. È sempre a portata di mano, siccome si è sempre con le mappe attive, e nell’eventualità funziona anche a batteria del dispositivo scarica.

Suica digitale, Carta IC NFC

Tra il NEX che mi porta dall’aeroporto alla stazione centrale di Tokyo e poi lo Shinkansen (Treno proiettile) per arrivare a Kyoto passano altre quattro ore. Con un occhio chiuso che cerca di far riposare la testa ed uno che ammira il panorama fuori dal treno, arrivo alla Stazione di Kyoto e bagagli alla mano, sempre più pesanti per qualche strana ragione, mi dirigo verso l’Hotel poco distante.
Avete fatto il conto delle ore che son passate da che son partito?

Verso una nuova giornata

Sono passate circa 30 ore finché potessi aprire la porta della camera dell’hotel!
Dopo una doccia e un riposino tattico, mi appresto a scendere per Kyoto, riscontrando che poco prima delle 21:00 ci sono pochi ristoranti aperti e la scelta è estremamente limitata. Come se non bastasse dove c’è scritto L.O. (Last Order) 21:30, hanno già esposto il cartello che non posso più servire con tanto di scuse…
Con tutta quella stanchezza accumulata, non mi rendo conto nell’immediato che c’è qualcosa di anomalo in tutto questo. Opto alla fine di mangiare senza pretese un piatto di udon e di andare a dormire non appena possibile.

Aver riposato pochissimo sugli aerei ed essere andato a dormire al calare della notte con il nuovo fuso orario mi consente di smaltire in maniera efficace il Jetlag.
E via che la mattina seguente si inizia con l’itinerario!
Prima tappa: Arashiyama.

Da quel momento in poi mi sveglio ogni mattina poco prima delle 7:00 per poter calibrare al meglio la giornata. Così da cercare informazioni sul web e con l’intento di sapermi muovere con i vari treni, bus e metro da prendere. Una volta dentro la Stazione di Kyoto scopro ben presto che muoversi lì dentro è un disastro… Mi auto-convinco che questa cosa cambierà nei giorni seguenti.
Spoiler: fino all’ultimo giorno a Kyoto non riuscirò a distinguere le uscite Nord e Sud della stazione. Ma su questo argomento nello specifico lo riprenderemo fra qualche articolo.
Da lì prendo la Linea JR San-In per arrivare ad Arashiyama, famosa zona nell’area di Kyoto per la sua foresta di bamboo, e una volta lì capisco che è la migliore scelta che abbia fatto per iniziare il viaggio!

Pace e Tranquillità

Foresta di Bamboo ad Arashiyama
Foresta di Bamboo ad Arashiyama
Foresta di Bamboo ad Arashiyama
Foresta di Bamboo ad Arashiyama

Dopotutto quello che avete letto prima dell’inizio di questa giornata, con una semplice passeggiata in quella foresta con quelle maestose e altissime piante di bamboo, con il respirare quell’aria leggera e fresca della natura di mattina e con la visita al tempio zen Tenryū-ji con il suo piccolo stagno e l’odore dei fiori primaverili… Lo stress scivola via!

Sempre nella foresta di bamboo, poco distante dal tempio, mi accorgo di questa entrata in un giardino, Ōkōchi Sanso. L’ingresso costa di 1000 Yen (6,80€), in omaggio una tazza di tè matcha. Decido che non ne vale la pena… Tempo 6,8 secondi e cambio idea! Quando mi ricapita?!
Lì vivo momenti semplici, come il bere un tè matcha accompagnato da un dolcetto tipico ed ammirando la natura selvaggia dalla finestra parte del panorama di quella Tea House, come il passeggiare completamente avvolto dalla natura e privo di altri contatti umani, come l’ammirare la semplicità delle strutture tradizionali e lo scorgere uno dei panorami più belli possibili della zona. La visione che mi spetta è un belvedere tra la natura della zona circostante e il cemento non poco distante della città di Kyoto.

VIsta dall'Ōkōchi Sanso ad Arashiyama
Che vista mozzafiato! Probabilmente la vista dall’alto più spettacolare di Arashiyama!

Scendendo dal sentiero è impossibile non notare un museo memoriale aperto. Da lì scopro che Ōkōchi Sanso è l’ex giardino privato della villa voluta da un attore giapponese del cinema muto degli anni ’30, Denjirō Ōkōchi. Ora è conservato dalla famiglia dopo la sua morte ed è aperto al pubblico; inoltre, parte degli edifici fa parte dei beni culturali della nazione.
Continuando il sentiero vedo che c’è una deviazione possibile, che porta a questa struttura classica, che scopro essere un tempio buddhista, dove, dopo aver tolto le scarpe, è possibile entrare e meditare. Lì mi lascio andare completamente e cerco di dimenticare il superfluo, godendomi il momento sedendomi a gambe incrociate nella loro maniera tradizionale sul tatami.

Tempio buddhista nell'Ōkōchi Sanso in Arashiyama
Un momento di puro benessere, con il solo suono del vento a farla da padrone.
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Sfiorando il disastro!

Ne esco soddisfatto da questa esperienza e mi dirig…

…mi cade la fotocamera… MI CADE LA FOTOCAMERA!!

Nel peggior posto possibile di tutto il viaggio!! Su una scalinata alta appena fuori al tempio buddhista, per circa tre metri e più di volo!
In un primo momento accenno al disastro viste le ripetute collisioni. Fortunatamente riprendendola in mano noto che l’unico componente danneggiato è lo schermo. Tutto il resto funziona nella norma, e da lì in avanti avrei usato la fotocamera in maniera tradizionale, ovvero con il mirino.
Evito di pensarci e proseguo con l’itinerario. Da lì, uscendo dal giardino circa alle 11:30, mi accorgo della quantità crescente di gente che c’è in giro per Arashiyama!

Screenshot di un tweet che mostra la situazione della Golden Week

La Golden Week, signori!
Una settimana specifica in cui in Giappone ci sono molte feste e quindi giorni feriali, e la stragrande maggioranza dei giapponesi ne approfitta per spostarsi e viaggiare nel loro paese.
Capisco in fretta di aver fatto la migliore delle scelte nel svegliarmi presto e vivermi quei momenti che molto probabilmente sarebbero rimaste esperienze corrotte se io le avessi fatte più tardi.

Infatti, nel proseguire l’esplorazione della zona, dopo aver goduto di un altro panorama, mi appresto a muovermi verso il bordo del fiume Katsura per andare a mangiare qualcosa, passando il Ponte Togetsukyo, con le masse che non riescono a stare sui marciapiedi e devono invadere per forza di cose la strada, ed arrivando al parco di Nakanoshima. Sicuramente un bel posto dove poter mangiare qualcosa al volo, prendendo cibo dalle varie bancarelle presenti in quel momento.

Ponte Togetsukyo

Decido, dopo essermi riposato all’ombra, di muovermi verso la zona commerciale di Arashiyama prima di rientrare, facendomi quindi prima un giro tra i vari negozi di souvenir della zona.

Golden Week: una condanna!

Ancora una volta nella Stazione di Kyoto mi perdo nel cercare l’uscita… non mi faccio capace… Ma è mai possibile?!

Rientrato nella camera dell’hotel, mi faccio un bagno rilassante, che da lì in avanti diventerà una costante giornaliera, e poi mi vesto in maniera elegante e mi appresto ad uscire in un orario adeguato rispetto agli orari dei ristoranti giapponesi, molto distanti da quelli italiani, ma estremamente vicini a quelli svizzeri della mia zona dove alle 21:30 non si accettano più ordini dalla cucina.

Mi muovo con la metro per andare verso Gion, e una volta uscito fuori dalla stazione di fianco al fiume Kamo mi immetto in una di quelle stradine strette pedonabili alla ricerca di qualche ristorantino.

Ricordo a voi che i ristoranti giapponesi sono solitamente degli spazi stretti dove c’è il bancone dove si mangia a ridosso della cucina, raramente si trovano tavoli. E se ci sono, sono spesso piccoli. Se amate osservare cucinare non potete fare altro che apprezzare la cosa!

TUTTI INDISPONIBILI! Tra la quasi impossibilità di muoversi o fermarsi su queste stradine, dovrò ripetermi e confermare quello che avevo notato la sera prima: andare a mangiare poco prima delle 20:00 durante la Golden Week e sperare di trovare qualcosa è un’impresa impossibile! A dirla tutta, quei ristorantini hanno già tutto riservato anche da prima!!
Un ora passo nella ricerca! Fallendo! Ho anche una fame pazzesca dopo aver camminato per più di 19 chilometri a piedi!

Alla fine mi ritiro in una Food Hall, piani di centri commerciali o di stazioni ferroviarie dedicati a vari ristoranti con specialità diversificate. Passo comunque un’altra mezz’ora facendo la fila nell’unico ristorante che ancora offre da mangiare.

Dopo essermi nutrito, mi ritiro, non prima di fare una passeggiata a bordo del fiume e cominciando a pensare alla prossima tappa.
Sarà Nara!

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